Autorità indagano su allarmante cibercrimine AI che sfrutta le identità digitali.

I criminali informatici hanno ideato un nuovo e sofisticato metodo di impersonazione utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale durante le videochiamate, suscitando un’indagine urgente da parte delle agenzie di applicazione della legge. Questa sofisticata frode ha recentemente intrappolato una vittima di alto profilo: il Sindaco di Sunshine Coast, Rosanna Natoli, portando a un’allerta ufficiale con la Polizia del Queensland e il Centro per la Sicurezza Informatica Australiano.

La preoccupazione è aumentata quando Natoli è stata informata da un amico di una richiesta sospetta di videochiamata che sarebbe stata fatta tramite Skype, un servizio che non aveva utilizzato per comunicare con quella persona. Sorprendentemente, è emerso che la sua identità era stata replicata su un account falso, che replicava i suoi post originali sui social media. Questo profilo falso ha raccolto oltre mille follower e ha iniziato a instaurare fiducia con le vittime, a volte chiedendo informazioni sensibili sui conti bancari tramite Messenger.

Chris Toohey della Polizia del Queensland ha evidenziato un aumento esponenziale dei crimini correlati all’intelligenza artificiale negli ultimi anni. Questi truffatori sfruttano i social media per generare fiducia e ingannare le persone. Sebbene si preveda che la tecnologia AI sostituirà progressivamente ruoli umani in vari settori, c’è una crescente preoccupazione riguardo all’uso improprio dei dati biometrici. I responsabili hanno già abusato della tecnologia deepfake supportata dall’AI, creando profili online ingannevoli per predisporre attacchi finanziari.

Per evitare di cadere vittima di tali tattiche, il Dipartimento Sicurezza Informatica del Ministero dell’Informazione e delle Comunicazioni invita alla prudenza. Le chiamate video tramite i social media dovrebbero essere affrontate con scetticismo e non dovrebbero essere forniti dettagli personali a estranei. Si consiglia agli utenti di non trasferire denaro a individui sconosciuti e di utilizzare metodi di verifica alternativi, come una telefonata di verifica, per confermare eventuali richieste di fondi ricevute tramite i social media.

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