Abbracciare l’IA: Il settore sanitario avanza con prudenza ed etica

Gli strumenti digitali e l’intelligenza artificiale (IA) stanno rivoluzionando il settore sanitario migliorando diagnosi, procedure terapeutiche e la gestione dei dati sanitari. Tuttavia, l’implementazione e la regolamentazione dell’IA in medicina portano ad un dibattito etico, in quanto influenzeranno profondamente lo standard di cura e la fiducia dei pazienti nei sistemi sanitari.

Nel corso della conferenza “Medicina ed Etica nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: l’Educazione dei Professionisti Sanitari tra Tecnologia e Cultura Digitale,” organizzata da UniCamillus a Roma, si è riunito un gruppo di esperti, professionisti sanitari e accademici. Hanno raggiunto un consenso sul fatto che l’uso e la circolazione dei dati sono preziosi, ma non privi di rischi, sottolineando l’importanza di promuovere una cultura dei dati per integrare le conoscenze e le pratiche mediche esistenti.

Durante l’evento, sono stati condivisi punti di vista attraverso due tavole rotonde. La prima, sull’Innovazione Digitale e l’IA in Sanità, guidata dalla professoressa di sociologia Donatella Padua dell’UniCamillus, e la seconda sull’Innovazione Digitale e la Nuova Medicina, orchestrata da Alberto Malva di SIICP. I partecipanti hanno convergono sull’idea che sebbene la capacità di analisi dei dati non lineare dell’IA sia un vantaggio per l’indagine medica, la cura centrata sull’uomo fondata fondamentalmente sul rapporto medico-paziente dovrebbe rimanere al centro delle pratiche sanitarie.

Sono stati affrontati anche i timori per la privacy dei dati, accennando all’avvento di “pazienti sintetici” creati dall’IA per mantenere la privacy mentre migliorano la ricerca medica.

Inoltre, l’urgenza di regolamentazioni per software e app legati alla salute è emersa chiaramente. È stata posta enfasi su un quadro regolamentare che favorisce il progresso ma evita eccessive restrizioni, un sentimento condiviso dal professore di malattie infettive Giuseppe Ippolito.

La convergenza delle dimensioni sociali, cliniche, tecnologiche e relazionali nella sanità odierna richiede nuovi approcci educativi da parte delle istituzioni, ha concluso la professoressa di sociologia Donatella Padua, sottolineando il ruolo delle università nell’adattarsi a tali cambiamenti.

The source of the article is from the blog combopop.com.br

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